Recensione Manga – Il giardino dell’Eden (Rakuen) di Kaoru Fujiwara

A cura di Emy (testi) e Misato-san (immagini)

Titolo: Rakuen
Autrice: FUJIWARA Kaoru
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 1 -concluso
Data di pubblicazione: 2003
Rivista di serializzazione: Feel Young

:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Il giardino dell’Eden
Casa editrice: Star Comics
Traduzione: Alice Settembrini
Numero di volumi: 1 -concluso
Data di pubblicazione: Novembre 2019
Prezzo: E 12, Collana Wasabi.

Storia
Il giardino dell’Eden è una raccolta di racconti autoconclusivi.
Il primo episodio ci introduce un giovane insegnante di scuola media, che finisce per cadere in tentazione con un’allieva nel tentativo di recuperare la strada per il Paradiso.
Nel secondo episodio, brevissimo, assistiamo al pasto di una ragazza in attesa di una risposta. Dal modo in cui divora le pietanze possiamo intuire l’ansia da cui è divorata. Ansia che si disperde nel momento in cui un ragazzo -presumibilmente il suo compagno- torna a casa.
Il terzo episodio, il più lungo dell’antologia, vede protagonisti due gemelli: Chiaki e Chihiro. Anni dopo apprendiamo che Chihiro si è chiuso volontariamente in casa da tempo, e Chiaki cerca di convincerlo a uscire. Ci riesce, ma Chihiro ha il dono della vista e, una volta in strada, vede la fine di ogni cosa o persona. E tutte le sue visioni attraversano la mente di Chiaki…
L’ultimo episodio ruota attorno una Cappuccetto che abbandona il sentiero per incontrare un lupo che la tingerà di rosso.

Considerazioni
E giunse infine l’ora della pubblicazione italiana di Kaoru Fujiwara, autrice che da almeno un ventennio fa capolino sulle pagine dei magazine della casa editrice giapponese Shodensha.
Questa autrice non ha all’attivo molti titoli, ma è piuttosto nota per le atmosfere rarefatte delle sue tavole (dove i visi dei personaggi campeggiano come laghi in cui navigano occhi misteriosi e profondi), per la ricercatezza delle inquadrature (tese a focalizzare un dettaglio del volto o una posa particolare), per l’aspirazione al realismo che si nutre di reference fotografici. 
Si tratta di una mangaka singolare, perché per addentrarci nelle sue storie dobbiamo lasciarci indietro strumenti propriamente razionali e farci guidare -per così dire- dall’intuizione suggerita dalle sue figure eteree, che lambiscono tavole e vignette con spiccata eleganza. Queste corrispondenze che si creano tra tavole e vignette ricordano quelle cantate dai poeti simbolisti, e non a caso sono i sensi gli attori silenziosi di queste storie: il tatto, il gusto, la vista, l’udito, l’olfatto sono a loro volta protagonisti dei quattro racconti di questa raccolta. I sensi ci inducono a misteriose corrispondenze che preludono a scoperte, epifanie, luoghi di passaggio verso un mondo accessibile a pochi.
In Il giardino dell’Eden il mio racconto preferito è l’ultimo, il retelling di Cappuccetto Rosso, qui preda allettante e consapevole per il lupo. Il racconto può apparire erotico ma è propriamente simbolico e metaforico, perché quel che conta è sondare i bisogni profondi e sommersi, tra cui il desiderio di sanguinare. Solo sanguinando, infatti, si entra di diritto nel mondo oscuro degli adulti.
Questo racconto mi ha spinto a rivedere una memorabile pellicola: The Company of Wolves (In compagnia dei lupi) di N. Jordan. Entrambe le opere suggeriscono più che rivelare: la rivelazione spetta al lettore/spettatore intrigato dal mistero di un seducente, indecifrabile incantesimo.

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