Recensione Manga – Wotakoi – Love is hard for otaku di FUJITA

A cura di Emy

Titolo originale: Wotaku ni Koi wa Muzukashii
Autrice: FUJITA
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Ichijinsha
Numero di volumi: 11, completo
Pubblicato a partire da: 2014
Rivista di serializzazione: Comic Pool

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Wotakoi – Love is hard for otaku
Casa editrice: Panini
Numero di volumi: 11, completo
Pubblicato a partire da: Febbraio 2020
Dati: 136 pp con primo episodio a colori, 14.5X21
Brossurato con sovraccoperta, 8.90 E.

In occasione dell’uscita dell’ultimo volume di Wotakoi oltre alla versione regular sono state rese disponibili tre edizioni variant:
Variant Esclusiva Fumetterie
Variant Esclusiva Librerie e Amazon
Variant Esclusiva Panini.it

:: Award ::
Primo nella classifica Kono manga ga sugoi! del 2016 e vincitore del Web Manga General Election nel 2017.

:: Anime & Film live ::
Risale al 2018 la serie animata in 11 episodi + 2 OAV disponibili anche in Italia per Amazon Prime Video. La serie corrisponde ai primi volumi del manga.

Nel febbraio 2020 è stato proiettato in Giappone un film live di Wotakoi, diretto da Yūichi Fukuda e interpretato da Mitsuki Takahata e Kento Yamazaki.  La pellicola focalizza la coppia principale e riserva uno spazio troppo esiguo alla seconda coppia (poco più di una decina di minuti) e questo è un peccato… chi legge Wotakoi sa che le coppie secondarie non sono meno interessanti della prima (per qualcuno, come me, anche di più!). La pellicola non è riuscitissima, la produzione ha optato per un format insolito: il musical! Ebbene sì, questo film live di Wotakoi è un musical che cita altri musical come La La La Land e Phantom of the Opera. Purtroppo l’operazione non riesce, non solo perché non è detto che gli otaku conoscano e seguano i musical, ma soprattutto per via di una serietà di fondo che fa a pugni con la commedia originale. Peccato, il casting era azzeccato e i presupposti c’erano tutti per mettere insieme una pellicola divertente.

Storia
Narumi
è una giovane impiegata di un’azienda in cui ha preso servizio da poco. Per caso si imbatte in Hirotaka, un amico d’infanzia, impiegato nella stessa azienda. Narumi, all’apparenza una ragazza kawaii, simpatica e ordinaria, custodisce un segreto di cui è gelosissima e che Hirotaka, amico d’infanzia della ragazza, conosce fin troppo bene: Narumi è una otaku, nonché autrice di doujinshi yaoi; Hirotaka è invece un patito di videogiochi. Narumi, nel momento in cui incontra Hirotaka sul posto di lavoro, si finge sorpresa di fronte ai colleghi e cerca di attaccare bottone su argomenti “neutri”, perché non vuole rivelare il suo lato nascosto ai cosiddetti “normali”, cioè coloro che non nutrono interesse nei confronti dell’universo otaku. Hirotaka però non coglie l’allusione e le chiede chiaro e tondo se parteciperà al prossimo Comiket!

Più tardi, in un incontro a quattr’occhi, la ragazza gli fa presente che se la tradirà ancora, rivelando la sua doppia vita, anche lei farà altrettanto rivelando la mania di lui per i videogiochi. Hirotaka però non si scompone perché a differenza di Narumi non si premura di celare la propria passione, a costo di restare incompreso. In effetti Hirotaka è single, ma lo è anche Narumi in quanto, come lei stessa rivela, il fidanzato l’ha mollata dopo aver scoperto che era una otaku. La soluzione sembra a portata di mano: Hirotaka, tempo dopo, propone a Narumi qualcosa di veramente inaspettato… Perché non provano a diventare una coppia? Narumi non dovrebbe più nascondersi e la mania per i videogiochi di Hirotaka potrebbe essere compresa…

Considerazioni
Quando ho letto il manga, avevo già visionato gli 11 episodi della serie animata, perciò posso dire di aver acquistato il primo volume consapevole di quello che mi aspettava. Tra i due prodotti, quello animato e quello cartaceo, credo sia più appetibile il primo. Il motivo è molto semplice: è presente tutto quello che manca nella controparte cartacea, che pure lo precede cronologicamente, ossia gli sfondi, gli ambienti, il setting. Nel manga gli avvenimenti sono in medias res, direi che si va subito al sodo, mentre nell’anime gli stessi avvenimenti sono presentati, introdotti e appaiono un filo più solidi. Il fatto che nel manga manchino sistematicamente gli sfondi dipende dall’origine di Wotakoi, che nasce come webtoon, cosa facilmente intuibile dal senso di lettura prevalente (dall’alto verso il basso), da cui si deduce l’intenzione dell’autore di rivolgersi ai lettori da telefonino. Wotakoi è un manga scritto e disegnato da Fujita, pubblicato online su Pixiv da aprile 2014 e trasferito sulla webzine “Comic Pool” di Ichijinsha da novembre 2015.

Quel che è comune a entrambe le opere (anime e manga) è l’accuratezza impiegata per la costruzione dei personaggi, i quali si esprimono ciascuno attraverso le proprie peculiarità di otaku. Anche se tutti i personaggi principali nutrono passione in generale per manga, anime e videogiochi, ognuno dei character si distingue dagli altri per le proprie preferenze (chi ama il cosplay e chi i boys love, chi i videogiochi da giocare in solitaria e chi i manga, chi è più generalista perché si interessa un po’ a tutto e chi invece è specializzato in una nicchia), ma anche all’interno di una stessa nicchia (tipo gli amanti dei boys love) ci si distingue: per esempio, si litiga sull’uke o il seme (passivo e attivo nella coppia dei boys love) migliore o più adatto… E in effetti è proprio così che accade nella realtà, dal momento che i nerd non sono tutti uguali, ma ognuno ha le proprie manie, i propri amori e le proprie “girelle”, per così dire.

Altri manga o anime hanno provato a raccontare l’universo otaku, ma a parte Moyoko Anno (Insufficient Direction) non ricordo altre opere edite in Italia che affrontino la questione adottando come protagonisti degli adulti. Il volume della Anno però è sostanzialmente autobiografico, in quanto incentrato sulla vita coniugale della stessa Anno col famoso Hideaki Anno. Wotakoi non prende in esame personalità famose dell’universo anime e manga: i protagonisti sono semplici impiegati che svolgono un regolare lavoro e condurrebbero un’esistenza ordinaria se non si lasciassero travolgere durante le pause dall’universo otaku. In questa semplice verità, ossia la commistione realistica di ordinario e straordinario, sta tutto il fascino dell’opera di Fujita, a cui è facile affezionarsi se si è in grado di empatizzare -e magari riconoscersi- nei personaggi. Diversamente, il manga risulterà privo di attrattive. In un certo senso, il suo maggior pregio è anche il suo tallone d’Achille.

In definitiva, Wotakoi è un manga delizioso per chi apprezza le commedie basate sui dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi più che sulle situazioni paradossali. A patto che non dispiacciano i riferimenti all’universo otaku e che non si sia infastiditi dalla lettura lenta, necessaria per cogliere tutti i dettagli e le sfumature in cui in parte si nasconde la freschezza dell’opera.

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