Recensione Manga – Chobits di Clamp

CHOBITS

A cura di Emy

Titolo originale: Chobits
Autrici: CLAMP
Categoria: Seinen

:: Il manga in Giappone :: 
Casa Editrice: Kodansha
Numero di volumi: 8 (completo)
Prima pubblicazione: 2002, B/N e colore
Serializzato sulla rivista giapponese: Young Magazine dal 2001

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Star Comics
Prima pubblicazione: 2003, collana Express, bimestrale
Numero di volumi: 8 (completo)
Prezzo: 3,10 €, B/N e colore
In Italia questo titolo è stato prima serializzato sulla rivista-contenitore “Kappa Magazine” -dal n.108, Giugno 2001, Star Comics- e poi ripubblicato in monografico a partire da Aprile 2003.

Storia

Volume 1

Cosa può capitare al classico ronin (ossia: studente che non riesce a superare i mitologici esami d’ammissione all’Università giapponese) che per mantenersi lavora in un pub e perciò non può permettersi l’acquisto di un costosissimo e agognato PC? Naturalmente, non può che capitargli di trovarne uno, di PC, abbandonato tra i sacchi dell’immondizia! Mettiamo poi in conto che i PC dell’ultima generazione abbiano forma antropomorfa: naturalmente al nostro protagonista non può che capitare di trovare un PC dalle morbide fattezze di una bellissima fanciulla…
Ecco quel che accade a Hideki Motosuwa, giovane di belle speranze che ha -appunto- la fortuna di incappare in un PC antropomorfo abbandonato tra i sacchi dell’immondizia del locale presso cui lavora. Il PC sembra in buone condizioni e il nostro Hideki perciò se lo porta a casa, peccato però che il buon giovane non abbia nessuna idea di come funzioni: solo per capire dov’è l’accensione sarà messo a dura prova… molto dura, per un ragazzo che da sempre le ragazze le sogna soltanto. Il PC infine s’accende e con stupore Hideki ha modo di constatare che si tratta di una macchina molto affettuosa nei confronti del suo nuovo proprietario, ma -fatto strano- l’unica parola che riesce a pronunciare è “Chii”. Purtroppo Hideki scopre anche che Chii (così decide di chiamare quello che già considera il “suo” PC) è una macchina inutile, in quanto sembra non abbia alcun software installato dentro di sé. Naturalmente egli non ha soldi per comprare il software, decide perciò di farsi dare una mano dall’amico Shinbo: al fine di controllare le capacità di Chii, Shinbo la collega al suo PC portatile (che ha le fattezze della piccola Sumomo, tenera e graziosa come una bambolina): salta fuori che Chii è dotata di CPU e memoria di standard superiori, né appartiene ad alcun produttore!
Non resta che chiedere maggiori informazioni a un esperto di produzioni artigianali: Minoru Kokubunji, il quale, nonostante frequenti appena il primo anno della scuola media, è il primo a riconoscere in Chii un “Chobits”. Ma cos’è un Chobits? Il mistero si infittisce… i Chobits sono delle leggende metropolitane: praticamente dei PC che agiscono in base a pensieri propri, non condizionati da programmi di personalità e affini. Per conoscere meglio le prestazioni di Chii, Minoru si serve di Yuzuki, un PC di sua invenzione cui sembra particolarmente affezionato: con l’aiuto di Yuzuki si scopre che a Chii è stata posta una protezione e che è inoltre dotata di un programma di apprendimento, grazie al quale Hideki potrà insegnarle poco a poco tutto ciò che desidera! Comincia così la fase di apprendimento della buffa Chii e Hideki avrà il suo da fare perché il suo adorato PC diventi finalmente operativo. Ah, dimenticavo! A far compagnia al nostro eroe ci sono anche due solerti donzelle: Chitose Hibiya, bella e vedova amministratrice del condominio in cui egli risiede (inquietante citazione di Maison Ikkoku) e la (bella, chiaro!) Yumi Oomura, amica e compagna sul lavoro di Hideki. Fin qui, più o meno, il primo volume.

Considerazioni
Clamp e seinen manga. Con la consueta irriverenza, il mitico gruppo di autrici si diverte (facendo divertire) ironizzando sui topoi-tormentoni dei più popolari manga per ragazzi (leggi: almeno un ammiccamento erotico a episodio; il ragazzo sfigato di turno incontra bella ragazza pronta a soddisfare i suoi desideri, ecc.), permettendosi gustosi slanci meta-narrativi. Lo stesso incipit deve ben più di una citazione al celebre hentai Buttobi CPU (noto in America come I dream of Mimi) di Kaoru Shintani. La grafica, chiara e pulita, spiacerà forse ai patiti dei virtuosistici retini delle Clamp, ma non è mai stata così espressiva e all’insegna della chiarezza espositiva.
La trama, i cui tempi narrativi sono consapevoli e calcolati, ha l’unica pecca di gigionare (volutamente) un po’ troppo, senza arrivare a delle svolte significative e fossilizzandosi su inutili reiterazioni (alzi la mano chi non ha issato bandiera bianca di fronte ad alcune inutili pagine della “Città deserta”!), ma chi ha già avuto modo di imbattersi nella lettura di “X” sa che è un rischio calcolato, quando ai pennelli c’è la talentuosa Mokona Apapa e ai testi l’altrettanto esperta Nanase Ohkawa.
Inoltre questo tipo di registro narrativo consente alle autrici di mantenere un ritmo da commedia s-f più che da serie d’azione s-f. Il tema è sempre lo stesso: “do androids dream of electric sheeps?”, ma in questo caso la parola “androids” andrebbe sostituita con “PC”, giusto un tocco di realismo avveniristico che non guasta. Non si può, inoltre, fare a meno di notare che la robotica, morbidissima Chii è tra i personaggi più ruffianamente kawaii (= carini) delle Clamp: non è la prima -e di certo non sarà l’ultima- innocente lolita cibernetica che illumina le tavole di un manga. Ma i suoi vestiti un po’ frou-frou, un po’ sadist e tanto gothic lolita, uniti a un’espressione smarrita, da cucciolo bisognoso d’affetto, creano una miscela fin troppo sapientemente combinata. Di certo non è un caso che in Giappone imperversino i modellini che ritraggono le protagoniste femminili di “Chobits” in ogni posa e dimensione possibile, mentre una serie televisiva animata di 26 episodi è stata trasmessa in patria nel 2002.
In conclusione: il rischio di leggere “Chobits”? Scoprirsi divertiti a gigionare con le Clamp!

GALLERY

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