Recensione Manga – Solanin di Inio Asano

 Solanin

A cura di Spaced Jazz

Titolo: Solanin
Autore: ASANO Inio
Categoria: Seinen

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan (rivista: Young Sunday)
Numero di volumi: 2, completo
Anno di pubblicazione: 2005

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Panini Comics (Planet Manga)
Collana: Asano Collection
Numero di volumi: 2, completo
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 7,50 euro.

Storia
La protagonista principale è una ventiquattrenne di nome Meiko Inoue.
La storia, ambientata alla periferia di Tokyo sulle rive del fiume Tama, parla di un gruppo di ragazzi appena laureati che cercano di stabilizzare il proprio presente, o forse trovare il senso della loro esistenza.
Meiko convive con Taneda, conosciuto ai tempi dell’università. Taneda fa un lavoretto part-time, ma la sua vera aspirazione è rivolta alla carriera musicale, è infatti il cantante/chitarrista dei Rotti, una band completata da Kato al basso e da Yamada (alias “Billy”) alla batteria. Ai-chan, la ragazza di Kato, è il quinto dei personaggi raccontati dal manga.

Meiko e Taneda sono innamorati, ma confusi dalla vita.
Taneda è sempre sospeso nell’indecisione fra lavorare a tempo pieno o prendere sul serio la musica, ma sa di non avere chissà quale talento. Meiko ha un impiego da office lady, un capo ufficio stronzo ma che potrebbe esserlo meno se lei fosse più disponibile; per il resto noiosa quotidianità. È questa la vita che voleva? O, fin tanto che il salario va bene, “che importa?”
— “Hey Taneda, e se lasciassi il mio lavoro? Ah ah, sto scherzando, nessuno farebbe qualcosa di così stupido.”
— “…Perché non lo lasci, se è quello che vuoi veramente?”.
Meiko si licenzia. Ma è davvero libera e serena, adesso? I due ragazzi hanno sempre delegato al futuro le decisioni importanti. In fondo Tokyo è piena di persone; ognuno con i suoi piccoli o grandi problemi… in quanti sono davvero felici?
Taneda sceglie di dare un’ultima opportunità alla musica: incidere con la band un demo cd da mandare alle case discografiche. È forse un’ultima opportunità concessa ai sogni?
Il disco si intitola: Solanin.

Considerazioni
Inio Asano, appena diventato mangaka professionista, realizza “What a Wonderful World!”, a cui fa seguire il quasi spin-off “Hikari no Machi”. Lo step forward è quell’opera visionaria che risponde al nome di “Nijigahara Holograph”, una delle migliori espressioni del fumetto d’avanguardia nipponico.
Dopo un lavoro di tale qualità, per il manga successivo io mi aspetterei un’opera di transizione e di sedimentazione stilistica, magari nell’attesa di nuove idee.
Invece… invece no.
Solanin è un Asano ancora migliore dei precedenti.
Solanin è un seinen pubblicato su Young Sunday della Shougakukan fra il 2005 e il 2006.
In quest’opera Inio Asano ritorna alle sue tematiche classiche: la vita, la quotidianità e i sogni — oggi. Ma lo fa raffinandosi ulteriormente.
Asano infatti abbandona la sua tipica struttura a storie brevi più o meno legate fra loro, per dedicarsi a una lunga storia unica per l’intero fumetto, ampliando così enormemente lo spazio per descrivere i personaggi e le loro psicologie. D’altro canto risultano evidenti anche le influenze grafiche sperimentali sviluppate in Nijigahara Holograph, in cui a tratti sembrava di veder cinema su carta.
Il risultato è un autentico ed emozionante capolavoro: Inio Asano realizza un’opera enorme.
Solanin è un ritratto generazionale dei ventenni/trentenni nel Giappone contemporaneo, una storia sul disadattamento nell’accettare la routine, ma evidentemente non solo. È una riflessione sul senso della vita. È una riflessione sui sentimenti. La vita è una prova continua, felicità da inseguire, tristezza e dolori da superare.
I personaggi sono tratteggiati in maniera straordinaria. Non solo Meiko e Taneda, anche Billy, Kato e Ai sono caratterizzati in profondità; la musica ha un ruolo centrale nella trama e si intuisce l’amore dell’autore per essa. Solanin è un fumetto di altissimo livello dalla prima all’ultima pagina, denso di momenti significativi e di spunti di riflessione… a volte amaramente ironici, altre toccanti e delicati, altre ancora intensamente drammatici; eppure non ha un solo momento di retorica fine a se stessa (come potrebbe?, essendo un manga di denuncia della banalità) né fornisce altisonanti risposte filosofiche: preferisce semmai descrivere la fragilità dell’animo umano e al contempo la speranza insita in ognuno di noi.

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