Recensione Manga – Paradise Kiss di Ai Yazawa

A cura di Martina (review) ed Emy (grafica)

Titolo: Paradise Kiss (aka Parakisu)
Autrice: YAZAWA Ai
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::  
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 5 – concluso
Anni di pubblicazione: 2000-2003
Rivista di pubblicazione: Zipper

:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Paradise Kiss
Casa editrice: Panini Comics

:: Prima edizione :: (esaurita)
Titolo e Prezzo: Paradise Kiss, Euro 2.50
Numero di volumi: 10 – concluso
Inizio pubblicazione: Dicembre 2001
Ritmo di serializzazione: mensile
Distribuzione: edicola e fumetteria

:: Seconda edizione :: (esaurita)
Titolo e Prezzo: Paradise Kiss Collection, € 4.50
Numero di volumi: 5 – concluso
Inizio pubblicazione: Febbraio 2004
Ritmo di serializzazione: mensile

:: Terza edizione ::
Titolo e Prezzo: Paradise Kiss Deluxe, € 6.90
Numero di volumi: 5 – concluso
Inizio pubblicazione: Maggio 2008
Ritmo di serializzazione: mensile
Senso di lettura: orientale
Distribuzione: libreria e fumetteria

:: Edizione Omnibus ::
Titolo: Paradise Kiss Complete 20th Anniversary Edition
Numero di volumi: 1- concluso
Casa editrice: Panini Comics
Prezzo: 25 Euro
Data pubblicazione: Marzo 2019.

:: Anime & Film ::
Nel 2005 in Giappone è stato realizzato dallo studio Madhouse l’anime in 12 episodi di Paradise Kiss, la cui trama è sostanzialmente fedele al manga. In Italia è edito in DVD da Panini Video. Il film dal vivo di Paradise Kiss debutta nelle sale giapponesi nel 2011. Diretto da Takehiko Shinjo, vede Keiko Kitagawa nei panni di Yukari, Osamu Mukai nel ruolo di George, e Shunji Igarashi in quello di Isabella. La pellicola segue inizialmente la storia originale del manga per poi prenderne le distanze – e pure in maniera vistosa – stravolgendo il finale e quindi il senso dell’intera trama (chi scrive si sta chiedendo ancora il perché). Uno spin-off in quattro episodi, intitolato Paradise Kiss – After School è stato diffuso nel mese di maggio e costituisce una sorta di prologo alle vicende.

Storia

Intro:
“In mezzo al labirinto di stradine collegate che si dipanava da una delle vie posteriori c’era uno scantinato. Era perennemente avvolto da un profumo misterioso e dolce, come quello dei forni cinesi quando vi si preparano i dolci.
Sulle pareti dipinte di rosa shocking si riverberava una musica frenetica.
C’era un vecchio bancone, un biliardo e tre grandi macchine da cucire.
Quel posto, simile a una casa segreta, era da loro chiamato atelier.”

-Stage 1-
È un pomeriggio come tanti e Tokyo è molto affollata. Una ragazza con la divisa scolastica attraversa la strada leggendo un libro di inglese quando da dietro sente una voce maschile: “Ehi, un attimo! Ragazza con i capelli lunghi!”. Un ragazzo vestito in stile punk la raggiunge e dopo averla fermata esclama: “Evviva, sei bella. Che alta… sei un metro e 70?”(il tipo in questione è Arashi, il figlio di Risa e Takeshi di “Cortili del cuore”!). Ma lei, spaventata, fugge a gambe levate, credendolo un maniaco omicida. Arashi non si arrende e la rincorre fino a quando, nella fretta, la ragazza si scontra con una donna truccatissima e vestita in modo eccentrico. Arashi grida: “Isabella! Prendi quella ragazza!” così la donna la stringe dolcemente a sé. In quel momento, la ragazza sviene.
Stesa su un divano, vede una figura femminile che si avvicina a lei e pensa: “È un angelo, sto vedendo un angelo. I capelli degli angeli sono rosa, non lo sapevo.”.
L’angelo, ovvero Miwako (sorella minore di Mikako Sakurada di “Cortili del cuore”), le chiede: “Stai bene?”.
Miwako, Arashi e Isabella sono nel loro atelier assieme alla giovane dai capelli lunghi, che stupita esclama: “Modella per una sfilata di moda? Io?”
Miwako le dice che frequentano il terzo anno dell’istituto Yazawa. E lei, con un espressione che lascia intendere quanta poca considerazione abbia per quella scuola, risponde “Ah, lo Yazagaku…”
Arashi spiega che, come tutti gli anni, a Novembre si terrà un festival scolastico. Stanno cercando una ragazza che rappresenti la loro immagine per la sfilata a cui parteciperanno e così hanno scelto lei. Ma la giovane si alza, dice di essere impegnata per la preparazione degli esami: come loro è al terzo anno, frequenta l’istituto Seiei. Miwako le chiede che università ha intenzione di frequentare, ma la ragazza reagisce bruscamente dicendo che questi sono affari suoi e che lei non ha tempo libero per divertirsi come loro. Sta per andarsene, ma Arashi, arrabbiato, ribatte animosamente. Le dice che dovrebbe comportarsi con più umiltà, che loro non si stanno solo divertendo ma stanno portando avanti un progetto importante quanto i suoi esami d’ingresso all’università. Miwako cerca invano di calmare Arashi. Di certo le sue parole hanno scosso la ragazza, che se ne va senza ascoltare le parole di Miwako: “Ehm… non ti ho ancora chiesto come ti chiami!”. Miwako la segue fuori dalla porta ed esclama: “Scusa Caroline!”. Sentendosi chiamare con quel nome, la ragazza finisce per inciampare su un gradino delle scale, dando così il tempo a Miwako di presentarsi e di invitarla a tornare all’atelier. La ragazza se ne va senza dire niente e pensa: “Non verrò qui una seconda volta”. Intanto Miwako si accorge che sulle scale è caduto un documento.

Più tardi Jouji, un altro dei membri del Paradise Kiss, arriva all’atelier e trova il libretto scolastico della ragazza, su cui è scritto il nome (Yukari Hayasaka) e data di nascita (1° Aprile di un anno imprecisato). Miwako gli spiega come hanno conosciuto Yukari e il brutto modo con cui se n’è andata. Poi c’è un battibecco tra Jouji e Arashi e Jouji menziona un personaggio di Velvet Goldmine [film del ’98 diretto da Todd Haynes sul glam rock. Indubbiamente è piaciuto molto ad Ai Yazawa, tanto che ha influenzato il look di alcuni personaggi in “Kagen no Tsuki” e dello stesso Jouji! n.d.r]. Miwako esprime la propria preoccupazione in quanto non hanno ancora trovato una modella per la sfilata e il tempo corre velocemente. Jouji con fare galante dice che potrebbe fare lei da modella, ma Miwako risponde che lei è troppo “mignon”. Jouji, in vena di complimenti, aggiunge: “Sei così carina che vorrei camminare portandoti in tasca”… questo suscita l’ira di Arashi, che è il ragazzo di Miwako.
Dopo che Arashi se n’è andato per le prove con la sua band (suona la chitarra), Miwako sfoglia il documento di Yukari e si accorge che in mezzo c’è la foto di un ragazzo che anche lei conosce (è il figlio di Tokumori, altro personaggio di Gokinjo).
Il giorno seguente, all’istituto Seiei: in classe, Yukari è preoccupata per via del documento che non riesce a trovare e si chiede dove possa averlo perso. È anche dispiaciuta perché dentro c’era la foto che era riuscita a scattare al compagno di classe di cui è innamorata.
Vicino a lei spunta fuori proprio il ragazzo della foto che, vedendola così agitata, le chiede se va tutto bene. Yukari arrossisce, dice che sta “assolutamente bene” e scappa via correndo.
Fuori dal cancello della scuola, una voce maschile chiama Yukari, che si volta trovandosi davanti un ragazzo vestito elegantemente: è Jouji, ma Yukari non l’ha mai visto prima. Lo guarda arrossendo e pensa “Chi è? Ha sia gli occhi che i capelli blu!?”. Porgendole una rosa, Jouji si scusa per la scortesia dei suoi compagni il giorno prima. Yukari è shockata e corre via ma Jouji la ferma, dicendole che lui sa dove si trova il documento che ha perso: all’atelier. Se lo vuole, deve venire lei stessa a prenderselo. Così non le resta che seguire Jouji sulla sua macchina decapottabile.
Leggiamo infine i pensieri di Yukari:
“Fino a quel giorno mi sono impegnata a fondo
correndo in un tunnel buio
cercando di raggiungere l’uscita.
Che però non era una semplice uscita,
era un grosso buco bianco
E io ne ero terrorizzata.”

-Stage 2-
Yukari è salita con Jouji nella sua decapottabile, è convinta che la stia portando all’atelier ma presto si accorge che non è così e dopo una corsa spericolata in auto arrivano allo Yazagaku. Qui Miwako accoglie Yukari abbracciandola e chiamandola ancora Caroline. Jouji chiede dov’è Kisaragi (Seiji, l’alieno scintillante) e Miwako risponde che è in mensa con la professoressa Hama. Così il ragazzo, seguito da Miwako, prende per mano Yukari e la porta in mensa. Yukari è stupita nell’apprendere che un giovane così bello come Kisaragi è un professore. George, appoggiando una mano sulla spalla di Seiji, gli chiede di fargli un favore, e Seiji appoggia la propria mano su quella del ragazzo. Yukari è sconvolta e pensa che quello, più che un dialogo fra professore e studente, sembra una conversazione fra gay. Più tardi, in una stanza dello Yazagaku, Seiji sta spazzolando i capelli di Yukari che grida “No! Fermatevi!”. Miwako è stupita dalla sua reazione e le spiega che Seiji ha studiato all’estero come “Hair make-up artist”! Anche Seiji, avvicinando il viso a quello di Yukari, la rassicura.
Più tardi Yukari, con un taglio di capelli che le dona moltissimo, torna all’atelier assieme a Jouji e Miwako, dove trova anche Isabella e Arashi. Isabella fa i complimenti a Yukari, che intanto si chiede se Isabella è un uomo o una donna.
Arashi invece è ancora offeso per il giorno precedente e chiede a Yukari perché è venuta se ha rifiutato la proposta di far loro da modella. Yukari, stizzita, risponde che è lì solo per riprendersi il suo documento. Miwako, sorpresa, le risponde che è Jouji ad averlo con sé! Ma prima che Yukari se ne vada via arrabbiata, Miwako la prende per mano e dice “Dai Caroline, la toilette è di qua!” Yukari le chiede perché e si sente rispondere “Per la prova d’abiti, non ti imbarazzerebbe farla qui che ci sono solo uomini?” E Yukari ha la conferma che in realtà Isabella è un ragazzo.
Yukari è meravigliata del fatto che la toilette sia così grande e bella. Mentre la aiuta a spogliarsi, Miwako le chiede: “Ti piace? Qui prima c’era il locale dello zio di Jouji, ma ha chiuso sei mesi fa e così noi 4 l’abbiamo trasformato in un atelier!” Mentre le fa indossare il vestito, Miwako le parla di Paradise Kiss, la marca del loro gruppo, e degli studi alla Yazagaku nel campo dell’abbigliamento. Così Yukari esclama “Eh? Allora questo abito l’avete fatto voi?”. Miwako, che dava per scontato che lo sapesse, risponde di sì. Yukari è stupita: “Non ci credo, è fantastico!” Miwako le fa notare che il proprio vestito è stato fatto da sua sorella, anche lei una stilista, conosciuta per la marca “Happy Berry”. Miwako le confessa che sperava di avere una carriera simile a quella della sorella, ma che purtroppo è andata male, poiché le manca l’originalità necessaria per il design. Così Miwako le spiega che Jouji realizza il design delle creazioni del Parakisu, Isabella si occupa delle stoffe mentre Miwako e Arashi si occupano della realizzazione. Aggiunge che, in vista della sfilata degli studenti del terzo anno, Jouji è stato scelto come studente modello del corso di design stilistico perciò gli altri studenti lo aiutano a realizzare la sua creazione. È così che loro quattro di sono messi in società.
Yukari è pronta per uscire dalla toilette con il vestito firmato “Parakisu”, e viene circondata dagli sguardi di approvazione dei ragazzi dell’atelier. Ma per prima cosa Yukari chiede scusa: “Io… non avevo capito niente, mi dispiace veramente per le parole orribili che ho detto ieri…”. I ragazzi rimangono colpiti e alla fine anche Arashi si scusa per il comportamento brusco.
Jouji porge il documento a Yukari, ma prima di lasciarglielo prendere le dice: “Hai tre giorni di tempo per darmi una risposta. Yukari Hayasaka… ti chiedo ufficialmente… di fare da modella per la nostra sfilata.”
Concludono il capitolo i pensieri di Yukari:
“Quel giorno arrivai in ritardo al doposcuola.*
Se avessi corso sarei arrivata in tempo,
ma il cuore mi batteva forte e non riuscii a correre veloce.”
*Juku= corsi privati serali che molti ragazzi giapponesi devono frequentare oltre alla scuola regolare, in preparazione agli esami.

-Stage 3-
È domenica, Miwako arriva all’atelier e fa sapere ai ragazzi che la zona di grossisti, dove avevano intenzione di fare spese, è chiusa. Jouji consiglia di aspettare a scegliere le stoffe fino a quando avranno trovato la modella ed esce dall’atelier.
Yukari è in biblioteca a studiare, ripensa alle parole di Jouji e agli altri ragazzi del Paradise Kiss. Proprio in quel momento, un bel ragazzo con un cappello da cow-boy si siede di fronte a lei, è Jouji che esclama: “Eh? Yukari, che sorpresa”. Yukari è arrossita e non riesce a spiccicare una parola, così lui continua “Stai studiando? Non volevo distrarti, prego continua a leggere”. Yukari sbircia i titoli dei libri che ha preso: Parkinson Photographs, Fashion Drawing, Clothing from the 40s, 50s & 60s. Jouji solleva il volto, guarda Yukari negli occhi e vedendola di nuovo tesa, si alza dicendo “Scusa. Ti sto togliendo la concentrazione” e va a sedersi a un tavolo nella parte opposta della stanza. Sono passate due ore, è l’una e Yukari si accorge che Jouji non è più in biblioteca. Passando accanto a una finestra vede che Jouji sta leggendo fuori sotto un albero.
Con in mano una sportina di carta, Yukari si avvicina a lui: “Ho comprato dei sandwich. Vuoi dividerli con me?”. Jouji accetta e così pranzano assieme sotto l’albero. Il ragazzo le chiede se la domenica viene sempre a studiare in biblioteca. Yukari risponde di sì, perché a casa c’è troppa confusione. Gli fa la stessa domanda e Jouji risponde che quella è la prima volta, quel posto ha attratto la sua attenzione perché c’è un’ampia collezione di libri d’arte occidentale. E anche se non può capire i testi, è utile guardare le immagini, ed è divertente. Yukari pensa che invece i suoi studi non sono affatto divertenti.
Jouji le parla dei suoi progetti e Yukari confessa di invidiarlo: anche lei vorrebbe avere un sogno, proprio come lui. Se ne avesse uno, riuscirebbe a superare qualsiasi difficoltà pur di raggiungere la meta.
Jouji le fa notare che quello di superare gli esami d’ammissione all’università gli sembra un ottimo scopo. Yukari ribatte che quello lo fa solo per passività: i suoi genitori sono convinti che non si è esseri umani se non si riesce a entrare in una buona università. Lei vorrebbe essere in grado di dir loro che quella è la sua vita e che ha il diritto di viverla come le pare e piace… ma se loro le dicessero “D’accordo, e com’è che vorresti viverla?”, lei non avrebbe alcuna risposta da dare.
Dopo alcuni momenti di silenzio, Yukari si scusa: “Non dev’essere piacevole ascoltare i problemi degli altri, scusa. Devo smettere di parlare di queste cose, sono solo una sciocca”. Jouji, che non si aspettava questa reazione, la invita a continuare a parlarne, in fondo è in gioco il suo destino e lui la ascolta volentieri. Yukari sta quasi per piangere, allora si alza e lo ringrazia, dicendo che continuerà a studiare in biblioteca, Jouji invece decide di tornare all’atelier. Mentre corre verso l’edificio, Yukari dice fra sé: “Non pensavo che qualcuno avrebbe ascoltato le mie parole. Pensavo che avrebbe soltanto riso di me.” Piangendo, continua “Però Jouji è diverso, i ragazzi di quell’atelier sono diversi. E la differenza consiste nel fatto che, al contrario della maggior parte della gente, loro percorrono la strada che hanno scelto autonomamente. Anch’io vorrei diventare così, vorrei vivere in quel modo”.
È quasi notte, a casa Yukari si sente dire dal fratellino: “Sorellina! Questa mattina ha telefonato un uomo di nome Jouji Koizumi. Gli ho detto che eri andata in biblioteca. Siete riusciti a incontrarvi?”. Suguru, questo è il nome del ragazzino, insinua che si tratti del suo ragazzo e per non dire nulla alla madre la ricatta chiedendole 1000 yen.
A letto, Yukari sfoglia il libretto scolastico e guarda la foto di Tokumori. Si rende conto che per leggere il suo indirizzo Jouji probabilmente avrà visto la foto di Tokumori, si rimprovera per la poca prudenza aspettandosi di passare una notte insonne.

 -Stage 4-
La mattina seguente Tokumori vede entrare in classe Yukari ed esclama “Eh? Ciao Hayasaka. Hai cambiato pettinatura? Ehi, sembri una modella!”. Yukari arrossisce e non sa cosa dire, a parte un punto esclamativo gigante. Poi, seduta al suo banco, piange di felicità per il fatto che Tokumori abbia notato il suo cambiamento.
Durante la lezione pensa che il giorno seguente dovrà dare una risposta riguardo la proposta di fare da modella per il Parakisu. Ammette che l’idea di sfilare la attira, mentre è stufa di imparare a memoria ogni giorno nient’altro che equazioni e periodi storici.
È pomeriggio e prima di andare al doposcuola Yukari passa all’atelier, nonostante non abbia ancora deciso se accettare la loro proposta. Dopo aver bussato invano alla porta – la musica all’interno è troppo alta e non l’hanno sentita- decide di entrare lo stesso. Qui vede Miwako e Arashi che, ehm, amoreggiano sul tavolo da biliardo.
Imbarazzatissima, Yukari si volta e fa per andarsene ma si scontra con Isabella (vestito come sempre con i suoi bizzarri vestiti da donna). Quindi Miwako la raggiunge e le chiede di non andarsene. Yukari nota che Miwako ha ancora il gilet aperto e Isabella, con fare materno, glielo chiude. Poi fa una ramanzina alla coppia dicendo che l’atelier non è un albergo a ore e il tavolo da biliardo non è un letto. Yukari si chiede se Isabella sia veramente uno studente delle superiori mentre Miwako commenta con innocenza che ad Arashi non piace farlo sul letto. Yukari, sempre più imbarazzata, trova l’occasione di uscire dall’atelier quando Isabella esclama che il tè è finito. Yukari si offre di andarlo a comprare e Miwako la accompagna.
Per strada Yukari commenta “Allora tu e Arashi state assieme…”. Miwako dopo aver confermato le parla di Arashi, dice che nonostante non lo dia a vedere, Arashi è gentile e quando è assieme a lui si sente protetta. Poi confessa di considerarlo da molto tempo importante come un membro della famiglia. Le spiega che Arashi da quando è nato abitava vicino a casa sua e che da piccoli passavano molto tempo assieme. Yukari trova molto romantico il fatto che formino una coppia fin dall’infanzia. Miwako le chiede: “Però anche tu hai un ragazzo, no?” Yukari stupita risponde di no. “E Hiro-kun, allora?” esclama Miwako. Yukari non capisce di chi sta parlando mentre Miwako si rende conto di aver fatto una gaffe. Si scusa con lei per aver guardato la foto che c’era nel suo documento. Yukari si affretta a chiederle se la foto l’ha vista anche Jouji, e Miwako risponde di no. Yukari allora tira un sospiro di sollievo e Miwako le chiede perché la preoccupava così tanto che Jouji avesse visto la foto. Yukari, colta nel segno, risponde imbarazzata “Be’, così…”. Miwako le spiega che dopo aver visto la foto ha pensato che lei e Hiro-kun stessero assieme. Yukari ancora non capisce chi sia Hiro-kun e Miwako dice “Il ragazzo della foto, non è Hiroyuki Tokumori?”. Finalmente Yukari capisce che “Hiro-kun” è il nomignolo di Tokumori e, stupitissima, esclama “Lo conosci__!?”
Al bar, Miwako mostra la foto che ritrae lei, Hiro-kun e Arashi all’età di 3 anni. Le spiega che lei e Hiro-kun hanno vissuto nello stesso condominio fino alla terza media e che a quei tempi loro due e Arashi stavano sempre assieme. Yukari le chiede “E adesso?”. Con un aria un po’ triste, Miwako le risponde che probabilmente Hiro-kun vive ancora nello stesso condominio. Invece lei dalla prima superiore vive nella stessa casa della sorella e del marito, mentre i genitori lavorano all’estero. Suo padre è un fotografo che ritrae il cielo di diversi paesi mentre la madre è una fumettista che al momento sta scrivendo un saggio sugli shoujo manga. Yukari, affascinata, trova che sia eccezionale il fatto che tutta la famiglia di Miwako sia composta da artisti. Le chiede se per caso il marito di sua sorella sia un musicista, e Miwako risponde che è Tsutomu un fotografo. Il padre di Arashi, invece, è un musicista.
Dopo aver rassicurato Yukari, che ha chiesto che rimanga una cosa tra loro il fatto della foto di Tokumori, Miwako prosegue: “Anche Arashi vive da solo in un appartamento vicino alla scuola e si è separato da Hiro-kun. Anche io non lo vedo più da molto tempo.”
Yukari nota che nonostante Miwako continui a sorridere, i suoi occhi sono diventati un po’ tristi…
L’atmosfera si risolleva quando Yukari fa capire di avere accettato la proposta di far loro da modella! Miwako si alza dal tavolo ed esclama felice “Eh? Davvero, Caroline?!” Yukari conferma, anche se non ha idea di cosa dovrà fare di concreto in quanto modella. “Ah, è vero!” – risponde Miwako- “Non ti ho spiegato nulla, scusami. Quando saremo tornate all’atelier ti parlerò dei dettagli”. Ma guardando l’orologio Yukari si accorge che è tardi: “Fra poco inizia il dopo scuola. Possiamo rimandare a domani le istruzioni?”. “Ah già -risponde Miwako- scusami, ho parlato un sacco”
Yukari dice che dovrà tornare all’atelier perché ha lasciato la borsa lì. Miwako si scusa di nuovo e Yukari sorridendole chiede come mai si sta scusando. La ragazza, arrossendo, risponde “Ah, già. Allora non dirò ‘scusami’, ma ‘grazie’… Grazie Caroline!”
Le due ragazze, sorridendo, tornano all’atelier.
Intanto, leggiamo le parole di Yukari:
“Miwako-chan era carina, così tanto che volevo abbracciarla forte. Facemmo la strada di ritorno all’atelier come due bambine felici, tenendoci per mano.
Mi domandavo che faccia avrebbero fatto gli altri dopo che avrei dichiarato di fare da modella. Isabella probabilmente avrebbe sorriso contenta e Arashi avrebbe fatto ancora qualche commento sgradevole… ma non riuscivo a immaginare quale sarebbe stata la sua (di Jouji n.d.t.) reazione. (…)
Però quel giorno Jouji non si fece vedere.
Il giorno seguente, proprio come una bambina, corsi a tutta velocità lungo la strada per arrivare all’atelier”.

-Stage 5-
“Davvero lo farai?” chiede Jouji a Yukari, appena arrivata all’atelier, mentre Miwako e Co. sono indaffarati lì attorno.
Seduto tranquillamente a sorseggiare un caffè, il ragazzo continua: “Visto che sei impegnata per gli esami devi prendere seriamente in considerazione i pro e i contro. Allora hai deciso?”.
Yukari, leggermente contrariata, si chiede perché le stia parlando in questo modo. Poi dichiara con decisione: “Io ho deciso di accettare, e ovviamente mi prendo la responsabilità dei miei doveri! Lo dimostrerò!”. Poi, vedendo che Jouji la guarda senza rispondere nulla, dice tra sé di non capire assolutamente quali siano i pensieri del ragazzo. Ha un’espressione sconsolata, mentre pensa “Credevo che a lui avrebbe fatto piacere…” Ma Jouji scoppia in una sonora risata e la ragazza, sconcertata, gli chiede cosa ci sia di buffo. Lui, con aria innocente le risponde “Niente. Sono felice!”. Yukari è senza parole, Jouji intanto le porge in una sporta il vestito per “l’incontro di benvenuto”. Miwako si offre di aiutarla a indossarlo e Yukari, sempre più confusa, si lascia vestire e truccare nella toilet dell’atelier.
Yukari ora indossa un bellissimo abito da sera e viene accolta dai ragazzi, che esclamano in coro: “Benvenuta al Parakiss!”.
Yukari è sorpresa e commossa nel rendersi conto che i ragazzi hanno organizzato una vera festa di benvenuto per lei, osserva la tavola elegantemente imbandita di manicaretti e da un vaso di fiori.
A tavola, Yukari esclama “Eeh? Hai cucinato tutto tu, Isabella? È incredibile!”. Arashi, vedendo Yukari mangiare così di gusto, prende spunto per una delle sue frecciatine, dicendole che deve stare attenta al cibo, ora che è una modella.
Miwako, con la macchina fotografica in mano, commenta dicendo che con quel vestito e quella coroncina Yukari sembra proprio Cenerentola.
Isabella sottolinea quanto carino è stato Jouji a farle indossare il vestito che lui stesso ha realizzato al primo anno, per una sfilata dell’istituto. Yukari arrossisce mentre Isabella continua “Sembra fatto apposta per Caroline, le misure sono perfette. Me lo sento, era destino (incontrare Yukari n.d.t)!”. Miwako ammira il fatto che Jouji fosse così bravo a creare abiti anche al primo anno esclama “Jouji è proprio un genio!”. Arashi, acido come sempre, borbotta: “Ma va? Non sarà un caso?”
Jouji, vedendo Yukari bere l’ennesimo bicchiere di champagne le chiede se le sembra il caso di bere così tanto prima di andare al doposcuola. Yukari era convinta che fosse come quello che bevono anche a bambini a Natale. Mentre Arashi sta ridendo della sua ingenuità Jouji le spiega che quello è come il vino. Yukari si alza per andare a cambiarsi e Arashi le suggerisce di aspettare, visto quello che ha bevuto, potrebbe cadere. La ragazza risponde che non ce n’è bisogno visto che non si è ubriacata. Ma dopo un passo la vediamo cadere con un sonoro tonfo.
Yukari, svenuta, sta sognando: una Isabella versione fata con tanto di bacchetta magica la ammonisce di tornare alle 6 poiché la magia svanirà. Poi compare Jouji, in versione principe azzurro che, inginocchiato, bacia la mano di Yukari.
La ragazza si sveglia, trovandosi davanti proprio Jouji, seduto per terra intento a osservarla. Jouji si alza e con aria noncurante le chiede se l’effetto dell’alcol le è passato, sono già le nove e sarà in ritardo anche a scuola. Yukari agitatissima si alza e farfuglia “Noo! Eh? Davvero? E gli altri?. Il ragazzo risponde che sono tutti andati via. Dopo essersi cambiata esce di corsa chiedendosi cosa dirà ai genitori per essere stata via tutta la notte. Ma quando vede che fuori è buio capisce che non sono le 9 di mattina ma le nove di sera. Jouji le dice di telefonare a Miwako che pur essendo preoccupata per lei è dovuta tornare a casa per accudire la bambina. Le porge il cellulare e Yukari gli chiede “Eh? Accudire la bambina?”. “Sì, ha una bambina” risponde Jouji. Yukari capisce che Miwako e Arashi hanno una figlia (il giapponese è una lingua facilmente fraintendibile n.d.t.) ed è sconcertata. Ma poi si ricorda che Miwako vive assieme alla sorella sposata e quindi chiede esasperata a Jouji: “È la figlia della sorella di Miwako e del marito, vero?” Il ragazzo risponde “Oh, certo. Mi hai capito al volo. Che bello.” Ma Yukari pensa invece: “Io non riesco proprio a capirlo”.
Dopo aver telefonato a Miwako (che stava facendo il bagno con la nipotina, Arisu), Yukari vede Jouji prendere la sua borsa e dirigersi alla macchina: “Sali. Ti accompagno! È pericoloso tornare a casa da sola a quest’ora”.
Yukari accetta, anche se in realtà dopo aver terminato il doposcuola, alle 9 di sera, lei torna sempre da sola.
La ragazza gli chiede di fermarsi dietro l’angolo prima della propria casa e, scesa dalla macchina, lo ringrazia promettendo di fare del suo meglio in quanto modella. Jouji la saluta chiedendole di venire domani all’atelier e Yukari gli sorride e si dirige verso casa.
Ma il ragazzo la richiama e, una volta vicino a lei, le sfiora le labbra con le dita. Tenendole sollevato il mento la guarda intensamente… e poi passa un fazzoletto sulle sue labbra dicendo “Non si toglie. È il rossetto di Miwako, devi lavarlo via con il sapone!”.
Risalito in macchina le augura buonanotte e parte. Ma Yukari è sconvolta ed esclama tra sé “P…pensavo che volesse baciarmi___”
Il capitolo si conclude con le parole:
“Dal fazzoletto che mi ha premuto sulle mie labbra,
si è sprigionato l’intenso profumo di Jouji.
È stata un’esperienza da capogiro…
più folgorante perfino del mio primo champagne.”

Considerazioni

Nel primo decennio del duemila Ai Yazawa è divenuta una delle autrici più amate dal pubblico giapponese, raggiungendo il vertice delle classifiche a ogni nuova uscita. È molto apprezzata anche in Italia, dove i suoi manga hanno contribuito a dimostrare la validità degli shoujo manga e ad accrescerne il successo. Tutte le sue opere, non solo le più recenti, sono tra i migliori fumetti giunti in Italia.
Ai Yazawa dimostra pienamente di saper cogliere con freschezza e realismo l’amore, l’amicizia e la realtà giovanile in tutte le loro sfaccettature.
Nelle sue storie riesce a orchestrare abilmente situazioni commoventi, momenti romantici e umorismo senza far ricorso a cliché o facili conclusioni.
I suoi personaggi, lontani dagli stereotipi, sono sempre ben caratterizzati, tanto che sentiamo di conoscerli fin dalle prime pagine. Non sono soltanto dei personaggi affascinanti o simpatici, essi hanno dei tratti che li rendono unici, ed è facile identificarci in essi e affezionarcisi. E ci si affeziona all’autrice stessa, la cui presenza si percepisce tra le pagine, sempre cariche di emozioni e di vita.
Il passaggio a riviste più mature per rivolgersi a un pubblico più adulto ha permesso all’autrice di rendere al massimo le sue potenzialità, e di affrontare aspetti adulti -sessualità in primis- che era impossibile sviluppare in una rivista dedicata principalmente a ragazzine (Ribon).
Sia in Nana che in Paradise Kiss troviamo personaggi che hanno un sogno da realizzare (e tutta le determinazione nel perseguirlo) e altri che non hanno un obbiettivo altrettanto definito.
In Parakisu emerge la posizione dell’autrice nei confronti del sistema scolastico giapponese (soffocante, pieno di obblighi e contrario alla realizzazione individuale). Yukari è, all’inizio della storia, una delle tante studentesse giapponesi che si impegnano fino in fondo nello studio, perché è questo ciò che i genitori e la società si aspettano da loro. Ad aprirle gli occhi è proprio l’incontro con i ragazzi del Parakisu, tutti motivati da un obbiettivo che hanno scelto di loro volontà.
La passione di Ai Yazawa per la moda e gli accessori più cool (come avevamo già visto in Gokinjo/Cortili del cuore) trovano qui la massima espressione.
I disegni hanno fatto un grande passo in avanti dai tempi di Gokinjo: la maggior parte delle tavole sono talmente belle che si possono ammirare anche indipendentemente dalla storia. L’impostazione è innovativa, e le tavole non sono mai state tanto curate e straordinariamente belle come in Paradise Kiss.
Il formato più grande è l’ideale per le tavole di Yazawa sensei, spesso fitte di dialoghi oppure impreziosite da immagini a effetto.
Paradise Kiss è -in definitiva- un piccolo gioiello da conservare nel tempo.

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