Recensione Manga – Kuragehime, la principessa delle meduse di Akiko Higashimura

A cura di Giorgia-bi (review) ed Emy (grafica)

Titolo: Kuragehime
Autrice: HIGASHIMURA Akiko
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Kodansha
Numero di volumi: 17, concluso
Anno di pubblicazione: 2008
Rivista di serializzazione: Kiss

Volumi fuori serie: tra il 2012 e il 2014 sono usciti i due volumi “Kuragehime Gaiden: Barakura”, incentrati sulla madre di uno dei personaggi secondari della serie (Chieko) e sul suo viaggio in Corea del Sud assieme alle amiche casalinghe cinquantenni, tutte appassionate di idoli coreani. Una travolgente passione che ha spinto l’autrice del manga a organizzare un viaggio di gruppo a Seoul nel 2013.

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Kuragehime – La principessa delle meduse
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 17, concluso
Pubblicato a partire da: Ottobre 2010
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: 4,30 euro.

06_new :: Award ::
Nel 2010 questo manga ha ricevuto il 34° Kodansha Manga Award, categoria shoujo manga.

:: Anime ::
Anno di produzione: 2010
Regia: Takahiro Oomori
Numero di episodi: 11
Produzione: Brain’s Base
Musiche: Makoto Yoshimori
Rete: Fuji TV
Dal manga di Akiko Higashimura è stata tratta una serie animata a cura dello studio Brain’s Base. Gli undici episodi dell’anime sono stati trasmessi tra Ottobre e Dicembre 2010 da Fuji TV. La sigla di apertura e quella finale si intitolano rispettivamente “Koko Dake no Hanashi” (ここだけの話?, “Just Between Us”), di Chatmonchy, e Kimi no Kirei ni Kizuite Okure” (きみのきれいに気づいておくれ?, “Realize You Are Beautiful”) di Sambomaster. Gli episodi della serie animata riprendono gli eventi dei primi cinque volumi della serie manga.

:: Il film ::
Anno di produzione: 2014
Attori protagonisti: Rena Nounen, Masaki Suda, Hiroki Hasegawa
Regia: Taisuke Kawamura
Sceneggiatura: Toshiya Ohno
Durata: 126 minuti
Distribuzione: Asmik Ace Entertainment
Il film, essendo stato realizzato dopo la serie animata, procede con la narrazione rispetto all’anime ma non copre tutto l’arco della storia. Gli interpreti sono convincenti (Masaki Suda/ Kuranosuke in primis), tuttavia i personaggi soffrono per la brevità della pellicola che, pur superando le due ore, non riesce a restituire in toto le psicologie dei character. Soprattutto, il finale resta più aperto rispetto agli eventi narrati nel manga e nel drama.

:: Il drama ::
Nel 2018 è stato trasmesso in Giappone un drama in 10 episodi tratto da questa serie. Regia: Junichi Ishikawa, interpreti: Kyoko Yoshine, Koji Seto, Rika Izumi, Jun Kaname, Haruka Kinami.
A differenza di quanto accade nel film, gli avvenimenti si svolgono secondo un ritmo adeguato e ogni personaggio riceve la giusta attenzione. Ne guadagnano i secondari, tra cui uno strepitoso Jun Kaname, autista della famiglia Koibuchi e una temibile Rika Izumi, nei panni dell’antagonista Shoko Inari. Ma anche il cast principale se ne giova, in particolare perché il finale rispecchia a grandi linee quello del manga (e finalmente vediamo un po’ approfondito il lato romance). Ottima la prestazione di tutti gli attori, notevole l’espressione da disagiata della protagonista interpretata da Kyoko Yoshine, affascinante Koji Seto en travesti, e credibili nella parte tutte le Amars. Unica pecca: nel drama è meglio sviluppato il rapporto tra Tsukimi e Shu rispetto a quello con Kuranosuke. Ma pazienza…

Storia
All’interno di un grazioso appartamento della periferia di Tokyo vivono sei giovani donne unite contro un mondo fatto di fighetti e arrampicatori: sono le Amars, eremite contemporanee che trascorrono un’esistenza ritirata e dedicata alle rispettive passioni.
Chieko è una collezionista di kimono e di bambole tradizionali, Banba ha una fissazione per i treni, Jiji impazzisce per gli uomini maturi, mentre Mayaya è completamente persa nell’universo de “I tre regni”; l’ultima arrivata si chiama Tsukimi ed è una fanatica delle meduse, animali che le ricordano gli ultimi giorni trascorsi assieme alla madre scomparsa.
Oltre a coltivare ossessioni da otaku e a non essere propriamente delle bellezze, le Amars sono tutte delle Neet (Non in Education, Employment or Training, acronimo inglese che indica le persone che pur non studiando più dipendono ancora completamente dalla famiglia) e trascorrono le proprie giornate nella più totale indolenza. L’unica forma di attività che svolgono è quella di aiutare Mejiro-sensei, una misteriosa coinquilina autrice di boys love che vive murata nella propria stanza.
La loro oziosa e androfobica esistenza viene stravolta il giorno in cui Tsukimi si imbatte in Kuranosuke, una bellissima ragazza che la aiuta a salvare una piccola medusa dalle mani di un rivenditore poco attento.
L’affascinante Kuranosuke si mostra imprevedibilmente desiderosa di farsi amica la giovane otaku, seguendola fino a casa e gettando nello scompiglio le altre Amars con la propria eccentrica presenza. Nessuna di loro può immaginare che sotto quegli abiti griffati e quel trucco curatissimo si nasconda… un giovane uomo tutt’altro che gay!
Kuranosuke è infatti il secondogenito di un importante uomo politico e, oltre a nutrire un sincero amore per la moda, ha scelto di travestirsi nella vita di tutti i giorni per contrariare il padre ed evitare di essere tirato in mezzo ai suoi affari, com’è accaduto invece al fratello maggiore Shu. Vivace e pieno di iniziative, Kuranosuke inizia a ficcare il naso nella vita di Tsukimi (l’unica a scoprire e ad accettare la sua vera identità) e delle altre Amars, con il proposito sempre più sentito di far sbocciare quei fiori poco promettenti e di fornire loro le armi per affrontare il mondo: pare infatti che il complesso in cui vivono le ragazze stia per cadere sotto i colpi del piano di rinnovamento territoriale… ma anche se armate di occhialoni fashion e iniezioni di autostima, riusciranno davvero le Amars a unire le forze per combattere il sistema? E cosa accadrà quando Kuranosuke inizierà a vedere Tsukimi con occhi ben diversi da quelli di un’ “amica” un po’ speciale? Per scoprirlo non vi resta che leggere il seguito di questa incalzante e imprevedibile serie!

Considerazioni
Kuragehime è un titolo da provare a scatola chiusa, senza fermarsi troppo a soppesarne la trama o il genere; anzi, se non l’avete già fatto evitate proprio di leggere il riassunto qui sopra e immergetevi a modo vostro nel mondo delle Amars.
È infatti decisamente difficile formarsi un’idea veritiera su questo josei solo sulla base della sintesi dei suoi elementi, che fin dal primo volume sono molteplici e variegati: ci sono il tema dei Neet e quello degli otaku, c’è un uomo che se ne va in giro vestito da splendida donna e una donna che rifiuta la propria femminilità, ci sono intrighi politici e total make-over, ecologia e borsette di Gucci… certo, messi in fila questi spunti non sembrano avere una grande coerenza, ma la bravura della Higashimura sta proprio nel costruire su questi blocchi pericolanti una storia solida, verosimile e incredibilmente avvincente.
A questo contribuisce anche un tratto interessante ed espressivo, per certi aspetti quasi caricaturale ma mai in modo eccessivo.
Tenendo conto che parliamo di una commedia in cui gli spunti comici prevalgono sull’introspezione, la caratterizzazione dei personaggi risulta oltremodo curata: inizialmente le Amars fungono da coro greco e da elemento di colore ma poco a poco emergono con le loro particolarità e sentimenti, mentre i personaggi di Tsukimi e Kuranosuke vengono messi a fuoco attraverso dei monologhi coinvolgenti e spiazzanti nella loro semplice bellezza.
Perdita e solitudine, smarrimento e sfiducia fanno capolino tra una risata e l’altra, aggiungendo di volta in volta un tassello in più al profilo dei personaggi ma, almeno nel caso di Kuranosuke, lasciando allo stesso tempo la sensazione che ci sia ancora molto da capire. Tra una sfilata domestica e un mercatino delle pulci l’autrice schiva anche il rischio più consistente per una storia che tratti ripetutamente il tema del ‘restyling’ fisico: non aspettatevi quindi una trita rivisitazione del brutto anatroccolo che con una manata di phard diventa cigno, ma piuttosto una concezione della bellezza come arma, come strumento che una donna matura e consapevole può scegliere di utilizzare per affermare se stessa, senza per questo perdersi o umiliarsi.
Kuragehime è in ultima analisi una commedia contemporanea ricca di divertimento e allo stesso tempo di sentimento, la lettura ideale per chi ricerca l’intrattenimento senza voler rinunciare alla profondità.
Siete pronti a diventare degli Amars?

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